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articoli di cronaca tratti dalla rete

TrioBike – Manutenzione stradale

Ai comuni più virtuosi e attenti alla sicurezza stradale, abbiamo consegnato le prime TrioBike KaltAsphalt.triciclo KaltAsphalt Plus a

TrioBike è una bicicletta elettrica a 3 ruote munita di vano di carico per l’asfalto a freddo e per l’atrezzatura in modo che lo stradino può intervenire prontamente sulle strade del suo comune.

TrioBike ha una portata utile di 150 kg, e un autonomia di 30 km a pieno carico.

OMICIDIO STRADALE – Reato la mancata manutenzione

Schermata 2016-05-03 alle 09.56.06Il ragazzo impasticcato che alle prime luci dell’alba si mette stravolto al volante dopo la discoteca. Il camionista cotto dal sonno che continua imperterrito il suo viaggio e non si ferma alla piazzola per il riposo. Il signore bevuto, ma sicuro di poter guidare benissimo anche dopo essersi scolato un bel po’ di birre. Quell’altro che scambia la statale per la pista di Le Mans. Non sono sempre e solo loro i responsabili dei morti e feriti sull’asfalto. Le cause possono essere anche altre, non soggettive ma strutturali: la strada sconnessa, le buche, il guard rail assente o talmente vecchio da risultare inutile, il segnale sbagliato o inesistente, le strisce pedonali sbiadite, il tracciato assassino, la curva modellata come non si dovrebbe, la galleria buia. Oppure anche le auto costruite male, messe in circolazione nonostante i difetti, a cominciare dai freni non perfettamente funzionanti. E’ successo e più di una volta con case costruttrici italiane, europee, giapponesi e americane. Con la legge che introduce il reato di omicidio stradalee con la circolare di coordinamento con il Codice stradale emessa di recente dal ministero dell’Interno, queste responsabilità strutturali che però hanno padri e madri in carne e ossa, un tempo difficili da contestare e soprattutto da sanzionare perché non c’erano i presupposti legali per farlo, ora invece sono punibili. E anche con severità.

Vale la pena riportare i punti salienti della circolare inviata dal ministero dell’Interno a Prefetture, Questure, Carabinieri, Polizia e Finanza. Questi punti riguardano proprio le responsabilità dei gestori delle strade e dei fabbricantidi auto: “La fattispecie generica di omicidio colposo è quella commessa con violazione delle norme sulla circolazione stradale la cui pena rimane la reclusione da due a sette anni… Il reato ricorre in tutti i casi di omicidio che si sono consumati sulle strade… anche se il responsabile non è un conducente di veicolo. Infatti, le norme del Codice della strada disciplinano anche comportamenti posti a tutela della sicurezza stradale relativi alla manutenzione e costruzione delle strade e dei veicoli”.

Il riferimento della circolare ministeriale è all’articolo 14 del Codice della strada, quello che individua “poteri e compiti degli enti proprietari delle strade”. Articolo che dice: “Gli enti proprietari, allo scopo di garantire la sicurezza e la fluidità della circolazione, provvedono: a) alla manutenzione, gestione e pulizia delle strade, delle loro pertinenze e arredo, nonché delle attrezzature, impianti e servizi b) al controllo tecnico della efficienza delle strade e relative pertinenze c) alla apposizione e manutenzione della segnaletica prescritta”.

Gli enti proprietari delle strade sono lo Stato, le Regioni, i Comuni e in via derivata anche le società pubbliche e private che dallo Stato hanno avuto in concessione le autostrade assumendo per contratto su di sé gli oneri di manutenzione e l’obbligo di tenere i percorsi efficienti e sicuri. Le novità introdotte dalla nuova legge sull’omicidio stradale combinate con ciò che prevede il Codice della strada significano una cosa precisa: per non incorrere in guai giudiziari molto seri che prevedono perfino l’arresto, tutti i soggetti investiti dall’obbligo di curare al meglio le strade (oltre che i costruttori di auto) dovranno intensificare i loro interventi per evitare di incappare nell’accusa di omicidio colposo in caso di incidenti gravi avvenuti per i difetti evidenti delle strade o resi più gravi dalle carenze delle strade stesse. Tradotto in casi concreti questo vuol dire per esempio che soprattutto l’Anas, l’azienda pubblica che ha in gestione 25mila chilometri di statali, sarà costretta anche in forza di legge a voltare il più in fretta possibile pagina rispetto alla gestione precedente. Nel decennio a guida di Pietro Ciucci terminato esattamente un anno fa, la manutenzione delle strade statali era stata praticamente relegata agli ultimi posti e purtroppo gli effetti negativi di questa scelta si notano da tempo con chiarezza in ogni parte d’Italia.

Riflette Lino Setola, presidente della sicurezza stradale di Finco, la federazione di imprese di costruzione di opere specialistiche: “Per un decennio l’Anas ha inseguito il miraggio delle grandi operecon risultati non solo modesti, ma negativi perché questa scelta ha di fatto comportato non solo che le grandi opere non sono state realizzate, ma ha sottratto risorse importanti periodicamente destinate in passato alla manutenzione delle strade statali. E’ un bene per gli automobilisti e i cittadini e anche per le imprese che la nuova gestione del presidente e amministratore Gianni Armaniabbia deciso di imboccare un’altra direzione già prima che fosse introdotta la legge sull’omicidio stradale. Apprezziamo la scelta di Armani di non concentrare tutta l’attenzione sui general contractor e le grandi opere e di avviare un programma di manutenzione stradale fino al 2019″.

Fonte : Il fatto Quotidiano di Daniele Martini | 3 maggio 2016

I Russi e l’idrante – Quando i gesti valgono più delle parole

I Russi e l’idrante

Quando i gesti valgono più delle parole

Sono il geometra che si è occupato della ricerca e sviluppo di questo conglomerato bituminoso a freddo risolutivo.

Non è stato facile, sia per problemi tecnici nella produzione trattandosi di un processo industriale complesso e delicato, sia per testare il risultato in modo scientifico, visto che in Italia non esiste una normativa per la qualificazione tecnica e prestazionale di questi prodotti.

Ecco perché molti non percepiscono le differenze e considerano tutti uguali i conglomerati a freddo chiamati anche  asfalti a freddo, ma fare ciò è molto sbagliato e fuorviante riducendo la differenza percepita solo in funzione del costo.

Per questo motivo è stato fatto un accordo con il laboratorio prove e materiali della Provincia Autonoma di Bolzano, nello specifico con il dott. Maier, la geom. Espen e con l’ausilio del ing. Bocci, per sviluppare assieme il prodotto e stabilire uno standard valutativo e qualitativo dei prodotti di questo tipo.

Questo ci ha permesso di individuare e creare delle prove tecniche e test normati e ripetibili che permettono di comparare i risultati dei vari prodotti e quindi di percepire le differenze prestazionali e la bontà.

Ma tutto questo non basta, perché i numeri per quanto chiari e specifici possano essere se non sono di conoscenza comune e cultura comune, non vengono percepiti.

Se non vi è percezione non vi è evidenza delle differenze e purtroppo questa è una realtà universale di cui ne ho vissuto in prima persona l’esperienza con l’incontro di una delegazione di tenici venuti da Mosca per conoscere il nostro prodotto.

Pur avendo tradotto in cirillico tutto i test di laboratorio, la scheda tecnica e di sicurezza, oltre al video che fa vedere come funziona, era chiaro che il loro approccio era molto scettico e distaccato e insistevano solo sul prezzo.

Allora ho provato a fargli una dimostrazione pratica portandoli sul piazzale dell’azienda, dove ho riversato 4 sacchi di prodotto direttamente sullo strato di stabilizzato ( inerte calcareo auto legante) e gli ho fatto notare come si compattava e diventava duro e aderente al fondo solo passandoci sopra con il furgone.

Ma ancora le loro facce erano perplesse ma soprattutto non gli “brillavano gli occhi”, nulla sembrava smuoverli dalla loro freddezza tipicamente Russa.

Allora mi sono “rotto” ho srotolato la manichetta antincendio e con l’idrante in mano mi sono fatto aprire il rubinetto e ho iniziato a colpire con il getto d’acqua il rettangolo di conglomerato a freddo appena posato e compattato.

All’inizio i 4 russi si sono allontanati sia per la paura di essere investi dal getto e sia perché in cuor loro si aspettavano un risultato scontato, come poteva aderire semplicemente appoggiato sullo stabilizzato.

Intanto l’acqua faceva piazza pulita del ghiaino mobile intorno al fazzoletto nero, e ne faceva ancor di più risaltare il colore nero inteso come la pece.

Insistevo con il getto proprio sul bordo di attacco del conglomerato,  ma questo non si muoveva e non dava cenni di cedimento.

Allora si che i Russi si sono svegliati dal torpore mentale e hanno iniziato a scambiarsi frasi concitate, finalmente gli avevo smossi!

Uno di questi ha voluto prendere in mano lui stesso l’idrante e ha insistito per qualche minuto sempre dirigendo il potente getto d’acqua nello stesso punto, sortendo solo qualche piccolo distacco di singoli granuli.

Il resto, è storia che sono tornati a raccontare in patria, portandosi dietro il nostro KaltAsphalt Plus .

Una storia popolare, di successo collettivo

Una storia popolare, di successo collettivo.

L’unione delle persone ha risolto il problema.

Abito in un quartiere popolare alla periferia di una grande città del nord.

Si tratta di un complesso di 8 palazzine tutte destinate alla residenza agevolata per persone a basso reddito.

Nel corso degli anni l’intero complesso ha subito un degrado, alcuni ascensori non funziona più, le facciate e le ringhiere avrebbero bisogno di una rinfrescata, ma soprattutto le vie di accesso interne e i piazzali hanno parecchie buche che vanno ad allargarsi e moltiplicarsi con il passare del tempo.

Le strade interne ed i piazzali non fanno parte della viabilità comunale, e quindi vi è la percezione che sia un problema di pertinenza dei condomini.

I condomini però, abitando in case popolari, ritengono che se ne debba occupare l’ente che le gestisce, il quale per altro non dispone di molti soldi e ha altre priorità.

Nel corso degli ultimi anni si è formato un comitato di quartiere che si è fatto promotore di richieste e lamentele nei confronti dell’ente.

Col risultato di ricevere solo delle promesse verbali mai mantenute.

Io stesso anche usando solo la bicicletta mi sono trovato a fare lo slalom tra le buche per evitare contraccolpi e danni alla mia bicicletta, ma la sera o con la pioggia non sempre sono riuscito nel mio intento.

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A Roma guerra alle buche stradali: bandi di manutenzione per 109 milioni

Pubblicato lunedì 24 agosto 2015

La Capitale volta pagina sulla manutenzione stradale. E si prepara a lanciare una serie di gare per affidare la manutenzione sulle principali arterie stradali, insieme a un servizio innovativo per la mappatura e la rilevazione dei danni da riparare.

Le risorse messe in campo sono cospicue: 109 milioni spalmati in tre anni. La delibera sul programma è stata firmata il 13 agosto scorso dall’assessore ai Lavori pubblici, Maurizio Pucci. I bandi di gara usciranno sulla Gazzetta europea entro la prima metà di settembre.

È lo stesso sindaco Marino a sottolineare la portata dell’iniziativa. «Ancora una volta – afferma Marino in una nota – Roma cambia tutto, e rivoluziona il sistema di manutenzione ordinaria, sorveglianza e monitoraggio e pronto intervento delle sue strade, attraverso regole chiare e trasparenti e mettendosi al passo con i tempi. Con i nuovi appalti sarà infatti richiesto, alle ditte aggiudicatrici, l’utilizzo delle più moderne tecnologie per la sorveglianza delle sedi stradali la garanzia di un servizio di pronto intervento h24, oltre all’obbligo di sottoscrivere polizze assicurative per la corretta esecuzione dei lavori».

Sono due i programmi di intervento che stanno per andare in gara, spiega l’assessore Pucci. «Il primo, suddiviso in tre lotti, riguarda i servizi di Sorveglianza e monitoraggio del manto stradale, i marciapiedi e le caditoie e la segnaletica.

L’altro, spacchettato in dodici lotti, disciplina un Accordo quadro per la manutenzione ordinaria e il pronto intervento. Gli appalti, dureranno tre anni, dal 1 ottobre 2015 al 30 settembre 2018». Il bando per la sorveglianza e monitoraggio vale oltre 12,2 milioni di euro in tre anni, mentre i lotti da affidare per i lavori della manutenzione ammontano a quasi 97 milioni.

Gli interventi riguardano le strade di grande viabilità, la viabilità dell’Eur, le sedi tramviarie e le “opere d’arte di rilievo”, cioè infrastrutture specifiche come ponti, gallerie, cavalcavia e sottovia. La principale novità, spiega sempre l’assessore ai Lavori pubblici, è «la separazione dell’attività di manutenzione ordinaria da quella di sorveglianza e monitoraggio, con la costruzione di un data base che renderà più efficiente il pronto intervento». «Queste due attività – precisa Pucci – pur rimanendo strettamente correlate, verranno affidate a soggetti diversi».

La mappatura sarà realizzata con sistemi tecnologici avanzati, attraverso strumenti di geolocalizzazione e tracciamento, individuando buche, marciapiedi, caditoie e segnaletica presenti sulle strade. Un monitoraggio quotidiano che dovrebbe consentire di riparare i danni con tempestività. «Le imprese devono garantire la propria disponibilità ad intervenite continuamente, pertanto 24 ore su 24 e tutti i giorni inclusi festivi», precisa Pucci.

Lo strumento di cui la Capitale si è dotata per dare la “caccia alla buca” in tempo reale si chiama Star: segnalazione e tracciamento delle anomalie sulle strade di Roma. «Si tratta di una vera e propria rivoluzione – sottolinea Pucci – che renderà più efficiente la manutenzione e quindi più sicure le nostre strade».

Edilizia e territorio

Chiudere le buche costa 2 milioni

Dopo i danni alle strade della stagione invernale con buche e fratture ovunque, la Provincia ha avviato in questi giorni le asfaltature nei tratti più ammalorati della rete stradale.

«Abbiamo dovuto attendere il miglioramento delle condizioni meteo per poter intervenire e abbiamo avviato la fresatura e la riasfaltatura nelle ore notturne, in modo da ridurre al minimo i disagi alle persone» spiegano dagli uffici. Ed in effetti, anche se il lavoro notturno costa in genere il 20 per cento in più, i cantieri attrezzati in questi giorni hanno dimostrato una progressione veloce ed un lavoro a regola d’arte, nonostante il clima di emergenza ed i molti danni registrati alle vetture in transito.
«Siamo intervenuti sulla Tangenziale Sud da Brescia Est a Brescia Centro nelle due direzioni di marcia, per poi occuparci dell’innesto dell’Eib sino a Roncadelle» spiegano dagli uffici tecnici di piazza Tebaldo Brusato.
Un intervento ultimato proprio la notte tra venerdì e sabato, con fresatura di 7 centimetri di strato e la posa di nuovo «binder» di una granatura più grossa, così da creare uno strato più resistente alle sollecitazioni.

«Solo nel tratto riqualificato della Tangenziale Sud abbiamo posato l’asfalto drenante, soluzione tecnica che comporta la necessità di un sottofondo adeguato» continuano i tecnici. Impegnativo l’intervento, pure appena ultimato, sulla Sp 345 Trumplina: i tratti stradali interessati dai lavori notturni sono stati quelli dei Comuni di Marcheno, Tavernole, Pezzaze, Bovegno e Collio. «Solo a Tavernole abbiamo posato 8mila metri quadrati di asfalti nuovi con una spesa totale di 190mila euro» spiegano dall’assessorato ai Lavori Pubblici. Va anche detto che lungo la Sp 345 l’asfalto è stato posato senza aver effettuato la fresatura. Gli ultimi passaggi sono quelli lungo la strada sino a Collio.

Lievita così il bilancio degli investimenti: «Per la sola Tangenziale Sud sono stati spesi 150mila euro, mentre altri 180mila sono stati impegnati per i lavori in Valtrompia. Al termine degli interventi puntuali, con rifacimenti di pezzi di strada particolarmente rovinati, a giugno spenderemo 2,2 milioni di euro» confermano dagli uffici. Senza contare che i lavori proseguono ora in Valsabbia «e negli altri centri operativi – conferma l’assessore Maria Teresa Vivaldini – i lavori sono appena iniziati».

Alla base della situazione di «degrado» delle strade c’è anche chi incolpa la crisi: questa ha fatto registrare un crollo del 23% del consumo nazionale di bitume. Il consumo del conglomerato bituminoso per le manutenzioni stradali si è dimezzato negli ultimi sei anni, passando da 44 a 22 milioni di tonnellate, quantità molto al di sotto della soglia minima per la sicurezza stradale.
Parallelamente alla profonda crisi delle manutenzioni stradali, che ha già provocato la chiusura di molte imprese, si è sviluppata la crisi del sistema industriale della raffinazione che negli ultimi mesi ha portato alla chiusura di due raffinerie. In questo in molti chiedono che fine abbia fatto la legge 22 marzo 2001 n. 85 che prevedeva «la progressiva generale introduzione di pavimentazioni con effetto drenante’ nelle strade extraurbane». É noto, infatti, che l’asfalto con una granulometria maggiore dura il 30% in più, elimina l’effetto aquaplaning e non si buca così facilmente ogni volta che piove. Buone intenzioni rimaste sulla carta.
Roberto Manieri

Maltempo, situazione buche: le vostre segnalazioni

Maltempo e buche nelle strade bresciane: sono tante le segnalazioni che arrivano dai nostri lettori. Acqua, asfalto malconcio e temperature rigide ma non troppo hanno provocato problemi soprattutto a Mazzano, lungo la Statale 45 bis, dove domenica sera una decina di auto dirette verso il lago di Garda sono rimaste bloccate per la foratura degli pneumatici o per problemi anche più gravi.

Anche per questo abbiamo chiesto ai nostri lettori di inviarci segnalazioni relative ai disagi sulle strade di Brescia e provincia e in tanti ci avete scritto.

La strada più gettonata per le buche è la tangenziale Sud all’altezza dell’uscita di Rezzato, ma tante segnalazioni sono arrivate per la situazione in tangenziale Ovest.
Per quanto riguarda la città, situazioni critiche vengono indicate in via Oberdan, via Stretta, via Cattaneo e in via Marco Polo a San Bartolomeo, come testimoniano le due immagini che pubblichiamo e inviateci da una nostra lettrice. Problemi anche nella zona industriale.

In provincia, segnalazioni per la buca enorme alla rotonda del bivio Provaglio-Camignone che porta alle piscine; problemi anche sulla 235 Orceana, sulla Ss42, Ss510, Ss45 bis, nella zona di Pontevico, a Maclodio in direzione Orzinuovi e a Carpenedolo.