Una storia popolare, di successo collettivo

Una storia popolare, di successo collettivo.

L’unione delle persone ha risolto il problema.

Abito in un quartiere popolare alla periferia di una grande città del nord.

Si tratta di un complesso di 8 palazzine tutte destinate alla residenza agevolata per persone a basso reddito.

Nel corso degli anni l’intero complesso ha subito un degrado, alcuni ascensori non funziona più, le facciate e le ringhiere avrebbero bisogno di una rinfrescata, ma soprattutto le vie di accesso interne e i piazzali hanno parecchie buche che vanno ad allargarsi e moltiplicarsi con il passare del tempo.

Le strade interne ed i piazzali non fanno parte della viabilità comunale, e quindi vi è la percezione che sia un problema di pertinenza dei condomini.

I condomini però, abitando in case popolari, ritengono che se ne debba occupare l’ente che le gestisce, il quale per altro non dispone di molti soldi e ha altre priorità.

Nel corso degli ultimi anni si è formato un comitato di quartiere che si è fatto promotore di richieste e lamentele nei confronti dell’ente.

Col risultato di ricevere solo delle promesse verbali mai mantenute.

Io stesso anche usando solo la bicicletta mi sono trovato a fare lo slalom tra le buche per evitare contraccolpi e danni alla mia bicicletta, ma la sera o con la pioggia non sempre sono riuscito nel mio intento.

Allora in occasione dell’organizzazione della festa annuale di quartiere, oltre ai soliti stand gastronomici ho proposto di  istituire un vaso salvadanaio pro fondo di intervento, ma soprattutto di chiedere che il 10% degli incassi venisse devoluto a tale fondo.

Dopo ampia e variegata discussione con il comitato organizzativo, vi lascio immaginare la disparità di visioni e la montagna di critiche, sono riuscito a convincerli a provare a fare queste due semplici cose.

Finalmente è arrivato il fine settimana dedicato alla festa di quartiere e con un paio di cartelli scritti a mano abbiamo dato evidenza all’iniziativa senza per altro calcare troppo la mano per la paura inconscia di subire troppe critiche negative.

Domenica sera con il presidente del comitato abbiamo fatto la conta, da vaso abbiamo recuperato poco più di 200 euro, ma con l’aggiunta del 10% degli incassi superavamo i  600 euro totali.

Finalmente avevamo un piccolo potere economico da spendere per intervenire sulle buche.

Un paio di condomini avevano visto una dimostrazione del KaltAsphalt Plus fatta sulla strada della zona industriale locale.

Trattandosi di un prodotto a freddo pronto all’uso in sacchi, la posa era molto semplice e quindi avremmo potuto farcela da soli.

Soprattutto avremmo speso di meno e quindi comprato più prodotto rispetto a farci fare un intervento con l’asfalto a caldo che solo una ditta specializzata avrebbe potuto eseguire.

Abbiamo rintracciato la ditta produttrice, la Beton Asfalti, la quale capito il nostro problema si è resa disponibile a fornirci 80 sacchi da 25 kg, cioè ben due tonnellate,  consegnandole senza spese di trasporto.

Compreso il tecnico che ci avrebbe fatto tutta l’assistenza tecnica per istruirci sulla posa, semplicissima.

All’inizio eravamo in 4 condomini, alla fine ci siamo ritrovati in 18 persone che come una catena umana si passavano i sacchi andando a cercare le buche come cani da tartufo.

La semplicità di posa, l’immediata sensazione di aver risolto il problema delle buche ci ha pervasi tutti di un estrema euforia e voglia di fare.

Sono comparse altre scope, per delimitare bene i bordi dei ripristini, le donne si occupavano di recuperare e ripiegare i sacchetti trasparenti,  che tra l’altro siccome il prodotto non unge ne sporca, non ci ha dato nemmeno la preoccupazione dello smaltimento, è semplicemente plastica.

Un condomino che fa il padroncino si è occupato delle operazioni di “rullatura” caricandosi così con orgoglio del risultato perfetto che generava “schiacciando” efficacemente il prodotto.

Il tecnico alla fine ha faticato a seguirci con le sue tabelle di segnalazione lavori e il suo giubbetto ad alta visibilità personalizzato e non riusciva più a documentare in modo efficace con il telefonino, perché eravamo troppo frenetici.

In poco meno di 3 ore ci siamo mangiati 80 sacchi e per finire anche le buche più piccole il tecnico ci ha regalato altri 12 sacchi; in compenso, alla fine, gli abbiamo offerto un buon bicchiere di vino.

Non so se noi siamo speciali, non penso, certo è che i giusti pensieri generano emozioni, le emozioni diventano azioni che generano RISULTATI.

 

Un condomino di una casa popolare.